Cortisolo: come lo stress arriva ai capelli

Capelli secchi, sfibrati, diradati? Caduta copiosa? Potrebbe esserci lo zampino del cortisolo, l’ormone dello stress.

Il cortisolo è un ormone secreto dall’asse ipotalamo, ipofisi, surrene, che entra in gioco nella fase diurna e che può essere prodotto in maniera eccessiva  anche in risposta allo stress.

Stress è un termine scientifico usato per descrivere le reazioni cognitive, emozionali e psicologiche risultanti da uno squilibrio fra richieste ambientali e risorse disponibili nella percezione individuale.

Il dottor Cohen ha sviluppato la cosiddetta “scala dello stress percepito”, ampiamente usata negli studi di ricerca come parametro.

La ricaduta non è solo neuro immunitaria, ma anche estetica!

I risultati degli studi forniscono una evidenza dell’associazione fra il livello di stress percepito e risultati psicosomatici. Inclusi sintomi come depressione e ansia, maggior suscettibilità alle infezioni e disagi cardiovascolari. Ma non solo. Condizioni croniche di ansia e stress possono avere un impatto negativo anche sui capelli.

È quanto emerge da uno studio danese apparso sulla rivista Plos Global Public Health, che ha misurato il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, sui capelli di due gruppi di donne provenienti da diversi contesti geografici e culturali (Messico e Islanda). Nonostante differenze assolute relativamente piccole, lo studio dimostra un’associazione tra stress percepito e la concentrazione di cortisolo (HCC) nei capelli, supportando l’ipotesi che l’HCC sia un biomarker vitale negli studi sullo stress psicologico cronico.

La presenza di cortisolo nei primi 3 cm del fusto era altissima nelle donne particolarmente stressate, arrivando fino a concentrazioni dl 24,3%.

Il cortisolo si può rilevare anche dai capelli!

Già nel 2017 una meta analisi su 2.441 persone, su cui convergevano  26 studi diversi, aveva rilevato

un aumento del cortisolo nei capelli nelle popolazioni con un livello di stress severo, definito come tensione psicologica o alterazioni che durassero almeno un mese.

Finora il cortisolo veniva misurato tramite le urine, la saliva e il sangue entro 48 ore. Ora sappiamo che i capelli hanno memoria dello stress e che possono tenere traccia del cortisolo fino a tre mesi dopo l’evento o il periodo stressante. In altre parole, il corpo, in particolare i capelli, hanno bisogno di tempo per smaltire gli effetti nocivi di questo ormone.

Ansia, un altro fattore che incide sui capelli provocandone la caduta

Oltre allo stress, anche l’ansia può compromettere la salute dei capelli, andando a inficiare il corretto funzionamento dell’unità follicolare.

Inoltre, quando diventa cronica, l’ansia può determinare uno squilibrio ormonale che interferisce ulteriormente con il ciclo di vita del capello, rallentandone o impedendone la corretta crescita e rendendolo più debole e fragile.

L’ansia può anche provocare la caduta dei capelli sotto forma di telogen effluvium: viene definita così la causa scatenante della caduta che si verifica circa 3 mesi dopo un evento clou e dura per circa sei mesi.

Questo si verifica quando i capelli giungono troppo presto alla fase di riposo (telogen), provocando una perdita diffusa e repentina. La buona notizia è che il telogen effluvium può essere trattato e, quando l’ansia scompare, i capelli persi ricrescono normalmente.

I capelli: l’archivio che rivela non solo il cortisolo, ma il benessere dell’intero organismo

Le preoccupazioni si ripercuotono rapidamente sulla pelle e sui capelli e, di conseguenza, anche sul cuoio capelluto. Perciò, di fronte  a capelli sfibrati, indeboliti e che cadono copiosamente dobbiamo interrogarci anche sullo stato del nostro sistema nervoso e sul nostro livello di cortisolo.

Il bulbo capillare registra ogni fattore del nostro corpo: non solo le informazioni biologiche, ma altresì le frequenze cellulari.

Il capello racconta la nostra storia. È un rilevatore dello spettro delle frequenze del nostro organismo: ciò che mangiamo, ma anche i fattori biochimici, gli inquinanti, il metabolismo.

Possiamo leggere ogni cosa: non solo l’incidenza degli alimenti -e avere quindi una tabella nutrizionale perfetta per 90 giorni- ma vitamine, minerali, aminoacidi, sostanze tossiche, metalli pesanti, metabolismo degli zuccheri, sintesi proteica, campi elettromagnetici.

SDrive: dai capelli in 15 minuti le risposte chiave sulla tua salute

Oggi, la scienza, attraverso il bulbo di 3° 4 capelli, può dirci se il nostro sistema endocrino, cardio vascolare, cerebrale, intestinale, sono in equilibrio.

Si tratta di una gigantesca e perfetta “fotografia” in grado di dare un quadro di insieme e non di leggere le pagine a pezzi.

Grazie alla biofisica e all’intelligenza artificiale, il test SDrive va ben oltre l’individuare la presenza di cortisolo o fattori stressogeni: esso mappa oltre 800 marcatori epigenetici dando  al medico una scansione esatta dell’organismo del paziente, a partire dall’idratazione cellulare e all rilevazione di stress ossidativo, per arrivare agli scompensi creati da sostanze chimiche, passando per lo stress del sistema adrenergico.

Con in mano il report si SDrive, il medico e il professionista della salute hanno la possibilità di una anamnesi profonda e chiara al fine di prevenire la malattia e di intervenire in modo predittivo, personalizzato, preventivo.

 

 

 

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