Cellulari e cellule – Campi magnetici e stress ossidativo
I cellulari influenzano la vita delle cellule?
I cellulari influenzano la biologia…cellulare? Sembra un gioco di parole, ma è tutt’altro che un gioco.
Uno studio recente ci ribadisce che i campi elettromagnetici alterano l’equilibrio biologico delle nostre cellule e aumentano lo stress ossidativo, danneggiando DNA, proteine, lipidi.
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiFh4DU8ub3AhUxS_EDHYryA88QFnoECAYQAw&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F30023251%2F&usg=AOvVaw3lbYc6i8jfF1cokmqDzV90
Lo stress ossidativo è un nemico insidioso del nostro organismo.
Cos’è lo stress ossidativo?
Il termine stress ossidativo o “squilibrio REDOX” indica l’insieme delle alterazioni che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche quando queste sono esposte ad un eccesso di agenti ossidanti.
Ma cosa esattamente ossida il nostro corpo? Cosa produce l’effetto che vediamo bene in una mela tagliata e lasciata lì per due ore? Usiamo le parole del professor Eugenio Luigi Iorio nel suo libro “La modulazione fisiologica dell’ossigeno on demand”, per spiegarlo: “Una ridotta bio- disponibilità di ossigeno, antiossidanti e oligoelementi come selenio, può condurre a una alterazione dello stato di salute e conseguenze come invecchiamento precoce”.
Invecchiamento?
Se le difese antiossidanti della cellula e dell’organismo sono insufficienti a mantenere lo stato REDOX in equilibrio e la situazione di stress è prolungata, l’eccesso di ROS e RNS può generare alterazioni vitali che a lungo andare diventano irreversibili.
I danni sono di entità tale da permettere il funzionamento della cellula pur in modo non ottimale, iniziano a configurarsi i segni della senescenza cellulare, cui si associano molteplici disordini di tipo cronico degenerativo (Iorio, 2003). La scienza sta analizzando il nesso fra attività dei mitocondri (i motori delle cellule), stress ossidativo da radicali liberi e invecchiamento.
“L’esposizione ad agenti come radiazioni ultraviolette, CEM, sostanze chimiche (benzene, diossina, pesticidi, fumo, metalli pesanti) e biologiche possono minacciare la nostra salute” chiosa il professor Iorio.
Campi elettromagnetici: cosa sono e perché influiscono sulla nostra biologia “Noi siamo esseri bio-elettrici”. Il professor Pier Giorgio Spaggiari, fisico e medico, dice sempre questa frase, spiegando il comportamento degli atomi di idrogeno durante una risonanza magnetica nucleare. Ma porta altresì come esempio un elettrocardiogramma, un elettro encefalogramma. La nostra cellula funziona come una pila, produce energia. E ogni atomo del nostro corpo vibra a una certa frequenza: siamo materia, come tale siamo energia.
Il campo elettromagnetico è una componente essenziale dell’universo in cui viviamo.
Ma cos’è un campo elettromagnetico? Si torna alla natura elettrica della materia!
Tra le moltissime cariche presenti in ogni elemento materiale, si presentano forze che possono essere misurate come campo elettrico. Se le cariche si muovono, si creano altre forze misurate mediante una grandezza diversa, il campo magnetico. In molti casi i due campi sono legati e si parla di campo elettromagnetico, una forza che si propaga sotto forma di onde.
Campi magnetici naturali e artificiali: lo stress ossidativo viene dai secondi.
L’evoluzione ha previsto la presenza di campi elettrici naturali, di cui abbiamo manifestazione palese prima e durante un temporale, con scariche di ioni positivi e negativi. Ma il nostro organismo ha protezioni come la guaina mielinica del sistema nervoso, che è un perfetto isolante, per evitare induzioni esterne del campo elettrico alla conduzione dell’impulso nervoso.
Abbiamo sensori dei campi elettrici come la retina, sensibili a un solo fotone; abbiamo melanociti sulla nostra epidermide che reagiscono a ultravioletto, protezione contro la sua onda elettromagnetica.
Inoltre, siamo immersi in un campo magnetico terrestre che ha enorme estensione nello spazio. Il campo magnetico terrestre ha origine negli strati più profondi del pianeta e si estende nello spazio, dove forma uno scudo invisibile chiamato magnetosfera. Questo scudo ci protegge sia dalle radiazioni cosmiche, impedendo che ci colpiscano con tutta la loro energia, sia da alcuni pericoli provenienti dal sole.
Ma i campi magnetici artificiali non sono quelli di madre Natura.
Essi derivano da tecnologie elettriche ed elettroniche e hanno intensità diverse, che vi mettiamo nello schema qui sotto.
Secondo la loro frequenza ed energia le onde sono classificate come radiazioni ionizzanti (raggi X, ad esempio) e non ionizzanti, come ultravioletto, luce visibile, infrarossa, campi a radiofrequenza, microonde, campi a frequenza molto bassa, campi elettrici e magnetici statici.
I campi elettromagnetici aumentano l’ossidazione cellulare? Alcuni studi dicono di si.
“Tutti gli insulti alle cellule si risolvono in una alterazione dello stress ossidativo”, dice Fiorenzo Marinelli, uno dei massimi esperti europei di campi elettromagnetici e loro influsso sulla biologia, ricercatore del CNR dal 1986 presso il CNR, membro dalla fondazione dell’ICEMS, International Commission for the Electro Magnetic Safety, Evaluator membro della Commissione europea per i progetti di ricerca sui campi elettromagnetici.
Noi siamo immersi in campi elettromagnetici di ogni tipo. Il problema è la loro costanza e la loro intensità.
“I campi elettrici a bassa frequenza ad esempio trasportano energia a 50 Hz, i fili della corrente cambiano polarità 50 volte al secondo e questa pulsazione influenza i sistemi biologici.
L’UMTS, dovendo trasmettere immagini utilizza bande più larghe, più frequenze che ad esempio influiscono sul glutatione reduttasi, enzima che ha capacità antiossidante. I sistemi ossido riduttivi sono alterati qui dalla radiazione, che diminuisce il funzionamento di questo enzima anti ossidante.
Marinelli aveva già condensato la complessa tematica, rischi inclusi, in un libro uscito qualche tempo fa, Wireless.
“Marconi fu un benemerito per avere inventato la radio, ma non si era accorto che la radiazione elettromagnetica interagiva con o sistemi biologici. Anche Luc Montaigner si è occupato di bio-risonanza e DNA. E il grande fisico Emilio del Giudice, insieme a Giuliano Preparata, ha formulato teorie che spiegano molto bene l’acqua -che costituisce la quasi totalità del nostro corpo- e i domini di coerenza, ovvero le frequenze a cui vibrano dei cluster di acqua in modo tale da consentire le reazioni bio-chimiche fra molecole”.
Come spiega anche il prof Pier Giorgio Spaggiari, siamo un sistema complesso in cui avvengono migliaia di reazioni guidate dall’acqua, che consente alle molecole di riconoscersi ed unirsi, per spiegarla in modo semplice.
Il cellulare e i campi elettromagnetici potrebbero alterare il nostro equilibrio biologico? È
la domanda che gli scienziati, preoccupati per i Giga Herz del 5G, si stanno ponendo.
“I campi magnetici artificiali hanno invaso il nostro ambiente, è come avere versato una boccetta di inchiostro in un acquario…e noi siamo i pesci -ribadisce Marinelli- I CE esistono da circa 100 anni ma negli ultimi 50 sono stati molto più intensi.
Il problema è l’intensità dei campi.
Fiorenzo Marinelli continua a spiegarci la situazione.
“Anni fa il limite era di 0,0002 volt per metro, ora il limite di legge per proteggere la biologia umana è di 6,240 volt per metro. Siamo lontani dalla condizione naturale già ora. Pensiamo che il 5G valuta frequenze da 3,6 a 3,8 GigaHerz, 40 volt per metro. E l’Internet delle cose prevede una irradiazione di tutto il pianeta da satellite”.
Ci sono molti studi su effetti biologici dei CE e la bibliografia è vasta.
“Lo stesso IARC ha concluso nel 2001 che CE di bassa frequenza sono possibili cancerogeni di classe 2B. Studi fatti sull’epidemiologia leucemia dei bambini esposti a campi in maniera cronica ci dicono che il valore epidemiologico in cui aumenta rischio leucemia e di 0,2 micro Tesla a 0,4 micro Tesla il rischio di leucemia raddoppia: i limiti di legge oggi sono di 100 micro Tesla come limite di esposizione, 10 micro Tesla come valore di attenzione e 3micro Tesla come obiettivo di qualità”.
Lo strumento più invasivo? Il cellulare.
Per le alte frequenze lo strumento più invasivo è il telefono cellulare, con decine di volte per metro.
“Emette su tante frequenze diverse. Dai 700 megaHerz (milioni di pulsazioni al secondo dell’onda E) fino ai 3,7 e 5 Giga Herz (miliardi di pulsazioni) ci sono bande di frequenza.
Il telefono recente si sceglie le più opportune. Tutte invadono i tessuti biologici”.
Con il sistema 5G, il limite viene innalzato ancora. Frequenze da 690 a 790 mega Herz, con limite a 20 volt per metro e frequenze da 3,6 a 3,8 Giga herz, 40 volte per metro. Il tutto senza fare studi.
Come ci illustra anche Alessandro Gelli, esperto di campi elettromagnetici e autore di libri, “i campi magnetici possono indurre cambiamenti nelle cascate di segnalazione del calcio, attivazione significativa dei processi dei radicali liberi e sovrapproduzione di specie reattive all’ossigeno (ROS) nelle cellule viventi, nonché funzioni neurologiche e cognitive alterate e alterazione della barriera emato-encefalica”.
Due decani della fisica, Kuster e Neufeld, hanno lanciato un allarme, scrivendo su Health Fisics che i modelli di calcolo usati per valutare i limiti di esposizione non sono applicabili a frequenze del 5G: gli algoritmi di emissione sono diversi dalle onde attuali. Non si possono fare previsioni sulle quantità di campo irradiato sulle persone che usano 5G.
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiq5ffmr-v3AhXcSPEDHWq2DKQQFnoECAIQAQ&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F30247338%2F&usg=AOvVaw2g7riU9ZeDos4Lip9rGr8-
La differenza fra 4G e 5G consiste nel fatto che fino al 4G si irradia il territorio e si può fare una misurazione, con il 5 e il 6G l’ antenna emette un fascio direzionale verso l’utente. Non si vede se supera il limite di legge.
Feldman nel 2008 su American Physical Society ha dimostrato che le frequenze del 5G hanno diversi effetti sull’ epidermide, entrano per pochi mm e vengono ricevute dalle ghiandole sudoripare dove il liquido salino chiamato sudore funge da conduttore perfetto. Perciò, le terminazioni nervose periferiche terminano nell’ipotalamo e nel sistema nervoso centrale.
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwi1zp6y1uv3AhUrhv0HHVVZB_8QFnoECAwQAw&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F26511840%2F&usg=AOvVaw3YPPKwnAHcwfUdZsNkGzzw
Il nesso fra campi elettromagnetici e radicali liberi viene evidenziato anche da
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjo0Z7E8-b3AhUrSPEDHStpDxYQFnoECAMQAQ&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F31450976%2F&usg=AOvVaw09c_puSHWRa997zeGxIvCt
Ci possiamo adattare?
Ci risponde Fiorenzo Marinelli. “L’adattamento, dal punto di vista biologico, avviene in tempi lunghi: servono almeno 500 generazioni. Circa 12.000 anni. Intanto, i CE influiscono sulle reazioni metaboliche e sulla struttura del DNA. Possiamo subire solo danni”.
A confermare la connessione fra campi elettromagnetici e stress ossidativo, iniziano ad affiorare studi. A dire il vero, lo sapevamo già: Pubmed riporta studi che avvalorano la tesi dello stress ossidativo per esposizione a micro onde! https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwi1zp6y1uv3AhUrhv0HHVVZB_8QFnoECAwQAw&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F26511840%2F&usg=AOvVaw3YPPKwnAHcwfUdZsNkGzzw
Il nesso fra campi elettromagnetici e radicali liberi viene evidenziato anche da
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjo0Z7E8-b3AhUrSPEDHStpDxYQFnoECAMQAQ&url=https%3A%2F%2Fpubmed.ncbi.nlm.nih.gov%2F31450976%2F&usg=AOvVaw09c_puSHWRa997zeGxIvCt
Per non sbagliare, non ci resta che assumere integratori e nutraceutici capaci di aiutarci ad eliminare i radicali liberi in eccesso e contrastare lo stress ossidativo. Mantenere la salute cellulare è uno degli obiettivi fondamentali nell’epoca del…cellulare.
Cellfood è un integratore potentissimo, con una capacità antiossidante 30 volte superiore al plasma umano.
Poi, ci sono strumenti avanzati come la Vitalizing card di Epinutracell, capace di riarmonizzare le frequenze e di energizzare l’acqua: non solo quella esterna, ma altresì quella di cui siamo composti per oltre il 90%, se includiamo la matrice extra cellulare!
Al pari, il selenio aiuta a reagire allo stress ossidativo portato dai campi.