Longevità: la sfida (epigenetica) del secolo

Ormai, se googliamo la parola epigenetica, ci appaiono centinaia di studi e ricerche. Piano piano, la consapevolezza che il DNA è un hardware su cui il software dei geni si spegne e si accende -mosso dai fattori ambientali- sta diventando di dominio pubblico.

Ciò che è scritto nel DNA e che costituisce la nostra eredità, può rimanere silente o manifestarsi per oltre il 90% a seconda di come mangiamo, pensiamo, viviamo.

Il genotipo resta identico, il fenotipo cambia perché il modo in cui i geni si esprimono non è definito a priori: il genoma è un sistema vivo per gran parte e dialoga con l’ambiente.

Nel DNA non vi è scritto che invecchiamo e nemmeno con quale velocità: la longevità è la sfida epigenetica del secolo.

Giorgio Terziani, oltre 20 anni fa ha portato in Italia una tecnologia semplice e potente, in grado di rilevare oltre 800 fattori di interferenza ambientale attraverso il bulbo del capello: il sistema SDrive. Il principio è il medesimo della risonanza magnetica, solo molto più semplice e meno invasivo.

Lui, insieme a professionisti esperti di medicina rigenerativa come Francesco Balducci, ci spiega perché la longevità è una sfida epigenetica, per la gran parte.

Rewind: perché la longevità è un fattore epigenetico (e quindi controllabile)?

Perché invecchiamo? Perché le cellule del nostro corpo si rinnovano a pezzi ((ad esempio quelle della pelle circa ogni mese, quelle delle ossa ogni 9 anni, ecc) ma il nostro organismo nel suo complesso non riesce a rigenerarsi nel suo insieme?

Come dice il dottor Francesco Balducci, medico di medicina integrata, nutrizionista,  atleta, esperto di medicina rigenerativa e anti agingche si occupa di medicina rigenerativa

la vecchiaia è una malattia. L’organismo risponde con meno efficacia alle sfide ambientali

Cosa determina questa “malattia”?

Lo zucchero è uno dei principali nemici della giovinezza, responsabile del fenomeno che chiamiamo “crono aging”: esso infatti glica le nostre proteine. A causa dell’eccesso di zucchero il colesterolo glicato diventa pericoloso, oppure abbiamo fenomeni come la resistenza insulinica a lungo andare base di diabete e di altre malattie degenerative croniche.

Lo stress ossidativo è un altro nemico ferale delle nostre cellule.

L’attività metabolica –necessaria per produrre l’energia con cui viviamo- lascia scorie sotto forma di radicali liberi (tecnicamente si chiamano ROS, ovvero Reactive Oxygen Species).

Il nostro organismo ha un sistema antiossidante con cui si difende: glutatione, SOD, catalasi, ma anche vitamina C, coenzima Q10, selenio, flavonoidi, vitamina E, acido alfa lipoico ne fanno parte.

Quando i radicali sono pericolosamente in eccesso e il corpo non riesce a smaltirli si crea stress ossidativo, che è base di invecchiamento e patologia.

Ma anche stress psichico, inquinanti, mancato rispetto dei ritmi sonno veglia, consumo di cibo spazzatura sono fattori epigenetici che inibiscono la longevità.

La longevità è una  sfida epigenetica…ma il gioco è nelle tue mani

La longevità non ha a che fare necessariamente con la vecchiaia, ma con la consapevolezza del sé, di quello che ci fa bene rispetto a quello che ci fa stare bene.
Nicola Palmarini  nel Regno Unito dirige il Uk’s National Innovation Centre for Ageing. Ci spiega che
il volontariato o lo yoga – che non cito a caso perché sono due dimensioni sulle quali stiamo facendo parecchio lavoro – permettono di misurare un ritorno in longevità, bene io le considero al pari della ricerca sui glicani o sul coenzima NAD+ sui quali stiamo facendo altrettanto lavoro

Per capire quanto lo scenario sia complesso, uno studio fa i tanti nel mare delle ricerche a disposizione, effettuato su persone di 45 anni, ci rivela che chi cammina più lentamente a quell’età invecchia più precocemente e suoi polmoni, denti e sistema immunitario tendono ad essere in condizioni peggiori rispetto a quelli di chi ha un passo più accelerato.

La longevità è decisamente una sfida epigenetica.

La salute è influenzata da cinque fattori chiave che includono modelli comportamentali, circostanze sociali, esposizioni a inquinanti, genetica e assistenza sanitaria.

Prevenire: il verbo della longevità

La medicina convenzionale accetta passivamente il declino dell’essere umano intorno ai 45,  50 anni

continua Balducci.

La medicina preventiva condiziona l’invecchiamento perché si goda di salute e giovinezza duratura,  con piena efficienza mentale e fisica. Non conta età anagrafica ma quella biologica, anzi mitocondriale. I mitocondri sono le fucine energetiche della cellula: preservarli significa rallentare l’invecchiamento.

Perciò, giovinezza e prevenzione partono dalle cellule.Ed ecco i dieci punti della longevità secondo Balducci:

alimentazione secondo natura

attività fisica costante

gestione dello stress

integrazione secondo il proprio biotipo

eliminazione degli interferenti ormonali

riduzione dell’inquinamento

rispetto dei bioritmi naturali

miglioramento dell’efficienza del sistema immunitario

allenamento delle capacità di adattamento

visite mediche che prevedano il contatto con il paziente e la semeiotica

Cosa ci fa invecchiare?

Ecco qui i nemici della nostra giovinezza. Gli indici di senescenza, che sono tutti per oltre il 90% controllabili da noi, dal nostro comportamento, da una giusta e corretta integrazione.

Gli ormoni anabolici dai 30 anni cominciano a involvere! La pelle è uno degli organi che maggiormente manifesta gli insulti del tempo. Altri fenomeni subentrano: diminuisce la frequenza cardiaca, aumenta la pressione, il diaframma si irrigidisce poiché lo usiamo malamente

Ma vi sono fenomeni su cui si può intervenire: i deficit di metilazione del DNA, l’infiammazione, lo stress ossidativo, la glicazione, il danno alle cellule.

Esistono ad esempio nutraceutici come CellFood, capace di ossigenare le cellule on demand –dando solo l’ossigeno che l’organismo richiede- eliminando al contempo lo stress ossidativo.

O come SAM-e, adenosilmetionina, che aiuta il DNA a rimetilarsi.

Esiste la possibilità di leggere in 15 minuti quali fattori stanno squilibrando l’organismo e porre rimedio prima che lo squilibio diventi patologia cronica

Longevità: la sfida epigenetica e come vincerla!

La tecnologia, in particolare la biofisica e l’intelligenza artificiale, ci vengono in aiuto per vincere la sfida della longevità, che è quasi totalmente epigenetica.

Esiste un test in grado di mappare oltre 800 marker epigenetici.

Si chiama test del bulbo capillare e si basa su un’apparecchiatura che costituisce il risultato della fisica applicata alla medicina: SDrive.

Perché, i capelli? Perché essi sono i biomarcatori più potenti del nostro corpo. Nei bulbi hanno sede le cellule, come in ogni parte del corpo. Ma il capello è in grado di registrare fattori che non si ritrovano altrove, se non attraverso esami molto complessi.

Minerali, aminoacidi, vitamine, antiossidanti, interferenze ambientali (metalli pesanti e fattori di rischio), campi elettromagnetici, stato del sistema cerebrale, endocrino, immunitario, gastro intestinale, adrenergico, muscolo scheletrico, cerebrale, sintesi proteica, metabolismo, infiammazione. Oltre a virus, batteri, funghi, muffe, spore e un piano alimentare a 90 giorni.

Il test epigenetico del bulbo capillare fa qualcosa che NESSUN ALTRO TEST è in grado di fare: rileva ciò che non va nel sistema corpo a livello energetico, oltre che biologico e chimico, evidenziandoci gli alimenti che riducono l’entropia e rendono difficile produrre l’energia necessaria per un benessere ottimale.

Il tuo destino non è nel DNA, per il buon 90%, ma nel tuo stile di vita!

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